Archivio della categoria: Pensieri

Se fosse nato…

Io e la mia dolce meta da piccoli

Io e la mia dolce meta da piccoli

Se con Paola, appena messi assieme, avessimo concepito un figlio, oggi farebbe la quinta elementare (bocciature permettendo), e avrebbe -forse- quel leggero formicolio alla base del collo che prelude ai grandi cambiamenti.

Insomma, oggi sono dieci anni che sto con la mia dolce non-meta’ (ma qualcosa di piu’).

In realta’ non e’ che esista un giorno preciso, fu deciso arbitrariamente, giusto per avere un anniversario da festeggiare, che’ ci siamo salutati un giorno da amici e, dopo un 4-5 giorni, ci siamo ritrovati che gia’ stavamo assieme. D’altra parte lei stava nel profondo della piana fiorentina, io di fronte alla Calvana di S.Brigida; lei finiva scuola ad orari improponibili (tipo alle 16.30) a Prato, io entravo a lavorare, quasi tutti i giorni, alle 17.30, al Girone. Non era facilissimo trovarsi, insomma. Ci si arrangio’ (parte del corteggiamento, dichiarazione e compagnia bella -tutto platonico, of course) telefonicamente.

Tutti a vedere la salma di padrepjo!

Papa JP2 appare nella stigmata di padrepjo!

Papa JP2 appare nella stigmata di padrepjo!

Finalmente, dal vivo, padrepjo!

Dopo anni di trepida attesa, potremo vedere la salma del nostro supereroe preferito! Intervenite numerosi, ai primi 100 pellegrini armati di fede sarà  regalata -omaggio dei frati eremiti del Muccione- una bottiglietta di acido fenico “Aestigmatae”: procurati anche tu delle stigmate, dove vuoi tu e quando vuoi tu!

Padrepjo é un prodotto “Sacra Corona Unita”

convinzioni: cercasi

Che cosa vuol dire essere comunista oggi

Che cosa vuol dire essere comunista oggi

gentili politici di sinistra, vi chiedo gentilmente di darmi una buona ragione per votarvi, altrimenti annullo la scheda, con grande mio dolore.

La storia del “voto contro Berlusconi”, “che ancora 5 anni di Berlusconi mai più” etc, con me non attaccano più. L’ultima volta, semidisgustato, ho votato espressamente contro Berlusconi, e vi ricordo brevemente i brillanti risultati del mio voto.

Premetto che a mio parere Berlusconi non é un problema, ne é solo uno spiacevole sintomo. Il vero problema é che la democrazia italiana é acerba, tanto é vero che a) é possibile che una persona sola possa accentrare nelle sue mani gran parte dei media (editoria, televisioni, giornali) e, soprattutto, della gestione delle pubblicità . Un giornale in Italia campa del 40% proveniente dalle vendite, e del 60% vive delle pubblicità . Ora, se le pubblicità  sono tutte vendute e gestite da una sola compagnia, ne consegue che chi la possiede può, de facto, decidere se un giornale chiude o meno, potendo chiudere i ruibinetti pubblicitari. Guardate il Manifesto: pubblica solo le pubblicità  gestite dalla sua agenzia e infatti ogni due-tre anni esce a 50 euro per stare a galla; b) nessuno se ne fotte di tutto ciò; c) i nostri politici sono del tutto inabili a reagire a questo, sia dal punto di vista politico, che più semplicemente umano.

Mi sarei aspettato, dopo 5 anni governati da quella manica di furfanti, una sinistra scoppiettante, piena di idee, di voglia di fare, di cambiare, di proposte. Ma questa forse era davvero troppo ingenua.

Tuttavia mi sarei aspettato che affrontassero in maniera seria e concreta il problema del conflitto di interessi e, più in generale, della regolamentazione dei media, del mercato pubblicitario ecc… No, non hanno fatto nulla di tutto ciò, e pochissimo di tutto il resto. Dunque, perché dovrei, nuovamente, dar loro un’ennesima possibilità  contro Berlusconi, se poi tanto non fanno una minchia in tal senso?

Secondo aggregato di argomenti per votare é: annullare no, é: a) un voto qualunquista; b) un voto a Berlusconi; c) uno spregio alla democrazia ed alla gente che ha lottato per farti votare. Qualunquista é, effettivamente, ma quando l’essere qualunquista diventa un modo corretto di leggere la realtà , il problema non é più solo del soggetto che esprime qualunquismo, ma anche della realtà  stessa a lui circostante. Ad oggi, non riesco a convincermi che i nostri politici non siano per la maggior parte una manica di inetti, ragion per cui termino la corsa nel qualunquismo. Un voto a Berlusconi non é, perché é annullato e non bianco. Inoltre é una chiara risposta ad una domanda: “Mi interessa la politica del mio paese, ma alla domanda ‘chi vorresti a rappresentarti in parlamento -e non, si badi, a governare, che la nostra é ancora una democrazia parlamentare, fino a prova contraria-?’ io rispondo che non voglio nessuno dei candidati, in quanto non rispondenti alle caratteristiche che io vorrei avessero”. Sic et simpliciter.

Terzo argomento é: se voti a sinistra, almeno sposti il tiro, anche dall’opposizione, verso ciò che a te interessa. Questo potrebbe essere vero, ma in realtà  non riescono, i ‘nostri’, a risolversi dall’estremismo: o é tutto no, senza se e senza ma e senza cazzi, oppure e tutto sì, e allora si fanno le privatizzazioni, si fa tutto, e si ingoia anche Mastella e Di Pietro che affossano la commissione parlamentare sul G8.

Mettiamoci poi che Bertinotti doveva levarsi dai quattro passi, e l’ha fatto, però poi é tornato. Che come successore ha lasciato il nulla e questo per un leader serio é cosa che NON deve accadere, significa non esserlo, sostanzialmente. Che non mi convince più, mi sembra che prenda in giro.

Ragion per cui resto in attesa che qualcuno mi convinca del contrario, per ora annullo.

la parabola del partito comunista italiano

La palombella rossa

La palombella rossa

Ieri sera, a Ballarò (che ho guardato perché lavavo i piatti ed ero solo e non c’era proprio nient’altro), D’Alema ha (forse incoscientemente) chiuso la parabola del partito comunista italiano. O magari l’aveva già  fatto, anzi probabilmente di sicuro. Per essere più precisi, ha chiuso la parabola che si aperta dal pianto, a dirotto, di Achille Occhetto sul palco di Rimini nel 1991, quando il pci seguì, fino in fondo, il suo padre-padrone sovietico. E l’ha chiusa in bellezza. A me D’Alema, se fosse il personaggio cattivo di una commediola americana o di un fantasy o una minchiata tipo Stuart Little (il topo bianco si chiamava così, no?), mi starebbe simpaticissimo: odioso, antipatico, graffiante, intelligente, caustico, privo di idee ma con un gran senso della discussione. Divertente, non ci si annoia mai: se uno si dedica solo all’andamento della discussione in termini di chi bastona e chi viene bastonato, a parte un colpo poderoso di Gene Gnocchi (sempre a Ballarò, dopo la vittoria alle regionali del centro(sinistra) quando c’era il nano al governo e si precipitarono tutti in tv), vince sempre lui.

Le cose che mi hanno colpito dei suoi discorsi -parlando di contenuti, beninteso- sono due. La prima é stata la dichiarazione, per tutti gli italiani per bene credo, che devono star tranquilli che la sinistra massimalista non darà  più fastidio. La governabilità  non sarà  più messa in pericolo dai rossi, le decisioni non saranno più osteggiate dai vetero-marxisti, non ci saranno più ministri in piazza contro il loro stesso governo. Finalmente. (Dini? Dini chi? Mastella? eh?)

La seconda é che la sinistra (massimalista) non ha superato la prova del governo. Loro ci hanno provato a portarli al governo, ci hanno provato tanto e davvero. Ma se uno non lo sa fare, non ci si può far niente. E dunque, ognuno per la sua strada.

Per circa 10 lustri il partito comunista ha dato l’impressione di voler andare al posto della Democrazia Cristiana alla guida del paese. E invece non é che volevano andare al posto della DC, loro volevano ESSERE la DC. Bene, ora sto più tranquillo, mi sembra tutto più chiaro.

il tema della sicurezza

sicurezza

sicurezza

Dice che la sicurezza non é più (solo) un tema di destra.

Benissimo, mi piace quando a sinistra ci si riappropria delle cose importanti, di ciò che ci appartiene. Basta con la lotta alla mafia (?), i diritti dei lavoratori, lo stato sociale, il precariato, il pacifismo e altre amenità . Ora é tempo di problemi attuali: integrità  della famiglia, difesa della nostra identità  dalle aggressioni esterne, flessibilità . Per ora limitiamoci alla sicurezza.

Ci si sente insicuri: troppi crimini, troppe efferatezze.

Dice che l’80% dei delitti e dei crimi attualmente perpetrati in Italia avviene entro le mura domestiche, o comunque all’interno della famiglia.

Ergo, aboliamo la famiglia, no? E vallo a spiegare al papa, o come si fa ora?

Prospettive per la democrazia italiana

La terza Repubblica

La terza Repubblica

Vista la situazione attuale, il fatto che ci attendano le elezioni anticipate dopo la più breve legislatura della nostra repubblica, e che verosimilmente le vincera’ il nano malefico, non mi sento di poter fare buone previsioni per la nostra democrazia. Potrebbero anche vincerle quegli altri, quella immonda manica di disperati che e’ rimasta a galla per un paio d’anni, ma non so se la cosa mi terrorizza ancora di più. E dunque? Mi viene da pensare che un bel colpo di stato, chesso’, magari un bell’atto alla Segni, con guardie forestali e finanzieri assieme (che tanto non si distinguono), e una bella, salutare dittatura. I lacche’ di oggi non perderebbero il posto, e probabilmente nemmeno i politici di professione (quindi non dovremmo temere orde di disoccupati incapaci e inadatti a qualsiasi lavoro), e al contempo non ci sarebbero un sacco di seccature. Ad esempio, non dovremmo più seguire le accese e inutili polemiche fra Di Pietro e Mastella.

Oppure, come prospettava profeticamente un mio caro amico, ammettere che ci abbiamo provato, ma che abbiamo fallito, e dunque ognuno a casa sua: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli all’Austria. Trieste, se lo merita, da sola. Il Piemonte e la Liguria alla Sardegna, pure loro se lo meritano. E magari si piglino pure la famiglia reale, quella gloriosa stirpe di vigliacchi, ignavi, senza palle, puttanieri e sgrammaticati(*): scelgano i Sardi cosa farne, mi fiderei. La Toscana a se’. Domenici pure. Da sé. Lazio, Umbria e Romagna, finalmente tornano al legittimo proprietario, il Santo Padre. L’Emilia a Tanzi. Il Regno delle due Sicilie alla Spagna, mentre la Sicilia fara’ un bel referendum: o alle cosche, oppure torna agli Arabi, così, dopo la Turchia, anche Al Qaeda avra’ il suo posto in Europa e si risolve il problema terrorismo.

Io, comunque, annullo il voto, in coscienza.

Sentiro’ il mio amico Scalfaro se riesce a convincermi del contrario…

G

(*) il giovane rampollo ha chiesto non so quanti milioni di euri di risarcimento allo Stato Italiano perche’, per via dell’ingiusto esilio, ora sa parlare male l’italiano e si vergogna. Comunque, assicura, e’ una richiesta simbolica.

ma ci pensate!?

Il nano pelato

Il nano pelato

che il nano pelato forse torna al governo?

dico, ma ci pensate altri 5 anni con lui?

e magari, dopo, un’altra novella dello stento, com’é stato questo governo….

io proporrei, allora: annulliamo la scheda, in massa, e scriviamoci tutti la stessa cosa: così non ci sto.

chissà , fossimo numerosi, magari a sinistra ci pensano un attimino…

bah

campagna di solidarietà  “invitiamo il papa a cena”

Una bella tavolata fra amici

Una bella tavolata fra amici

è successo il patatrac. Il rettore della Sapienza, con indubbio senso del tempo, ha invitato il Sommo Pontefice perché parlasse all’inaugurazione dell’Anno Accademico. Alcuni della sinistra -o magari nemmeno troppo- hanno detto che non gli stava bene, e il Papa, cui scoccia provocare, ha deciso di soprassedere.

Enorme lo sdegno che si é levato, da Palermo ad Aosta, a sostegno del Santo Padre. Da destra e da “sinistra” cori di solidarietà , prese di posizione ferreee a favore della libertà  di parola, ecc ecc…due palle, insomma, le solite due palle.

All’inizio ho pensato: va bene la libertà  di pensiero e, soprattutto di parola, però non é che se io non invito a cena Marco Rizzo (che ho pure votato, hai visto a volte la gente…) mi si possa dire che sono illiberale: é che con certa gente io non ci voglio mangiare! Allo stesso modo, mi pare perfettamente normale che a della gente scocci che un Pontefice venga, appunto, a pontificare all’inaugurazione dell’anno accademico…a me scoccerebbe anche se venisse Blatter, per dire. Non é che non voglio che parli, figurarsi, per me può dire quel che gli pare, e può pure venire a dirlo in Università , magari non proprio all’inaugurazione, che mi sembra un marchio un po’ troppo pesante…Se poi insiste, che venga, si ordinerà  un vassoio di salatini in più.

Alla fine, però, più che ci faccio attenzione, più che mi pare uno dei soliti teatrini ad uso e consumo di noi fave.

L’estrema sinistra é felice: finalmente, dopo mesi in cui l’uomo di cera, Dini, rubava loro le scene scassando la minchia che voleva più attenzioni, si sentiva trascurato ecc…, e via a battere i piedi per terra, “che fo, lo fo cadere? guarda che lo fo cadere!” . Insomma, più che un governo ostaggio della sinistra radicale, stalinista e senzadio, pareva più succube di un circolino di punto a croce per benestanti pensionate. Ora, una grande battaglia é stata vinta, addirittura contro un Papa!

La Destra gongola: é l’ennesima dimostrazione che il governo é in preda di folli comunisti, che é illiberale, incapace di garantire la sicurezza e, soprattutto, di senzadio.

Il Papa, che ha sempre attirato le simpatie del popolino come i Testimoni di Geova quando suonano all’otto di domenica mattina, é finalmente amato e compatito da tutti. Ho sentito levarsi in sua difesa anche un acerrimo laicista e anticlericale.

La “sinistra” é contenta che può rinnovare pubblicamente la sua stima per il S.P., che ancora non si era capito bene e poi bisogna affrancarsi da questo passato da comunisti.

Io dico, allora, indiciamo una campagna: chi aderisce invita il papa a cena. Certo, si sente se può, ricordatevi che mangia in bianco e non sopporta il piccante e attenti alla disporizione dei posti a tavola. Infine, se potete, usategli la cortesia di farlo affacciare alla finestra (oppure di aggrapparsi all’inferriata se state in un seminterrato) e fargli dire due cose, sia mai che non si senta frustrato nel suo bisogno d’esprimersi.

G

balene una sega

Animalista in azione

Animalista in azione

vorrei vedere tutti quegli attivisti pregni di sdegno e di passione, che sui gommoni assaltano le baleniere giapponesi incuranti degli idranti, che nudi al gelo si dipingono e si offrono alle folle, che si strappano i capelli e che si indignano e commuovono per la strage di cetacei che gli oceani quotidianamente ospitano, li vorrei vedere rinunciare ad un 10% dei loro consumi, a loro scelta, in nome dell’ambiente, della solidarietà  e della giustizia. Un atto quotidiano di rinuncia perché la terra va a a rotoli, perché un 80% della popolazione sta sotto il tallone della fame così che noi si possa consumare in santa pace e farci venire qualche scrupolo a carico di terzi, e anche perché i mari stanno diventando delle pattumiere.

E invece temo che, finito di manifestare, torneranno alle loro tiepide case, paghi del loro impegno, sicuri di essere migliori dei giapponesi che, barbari, magnano la carne di balena e magari anche di delfino, pensate!

vado a comprare un po’ di pasta di balena, Triglia.