Archivio della categoria: Politica

ministro della pari opportunità 

Bossi ministro

Bossi ministro

Via, fa piacere che il governo Berlusconi cominci col piede giusto.

Un handicappato come ministro, seppure non delle pari opportunità , é sempre un bel gesto.

Solidarietà , apertura mentale, attenzione ai più deboli, bontà …

Significa che qualcosa si sta muovendo. Bene.

ce l’avete fatta

veltroni dopo la sconfitta da soli

veltroni dopo la sconfitta da soli

la sinistra non esiste più.

avete corso da soli, avete perso da soli, mentre noi, il voto inutile, non siamo neanche riusciti a perdere.

evidentemente dava fastidio un interlocutore a sinistra, un qualcosa di amorfo, confuso, antifascista e costituzionalista, fatto di cretini che dicevano “10 100 1000 Nassirya” e di gente perbene.

Ora non c’é più, sarete felici immagino.
L’avete voluta la vostra solitudine, godetevela, correte da soil, adesso, verso il nulla.

Il problema dell’immedesimazione

Manifesto di merda

Manifesto di merda

Questo manifesto elettorale sta davanti al panettiere (che per altro secondo me non lo disdegna) vicino casa mia.
Sconfortante, semplicemente. Che società  stiamo diventando, per poter tollerare roba del genere? Non é che uno si pone, nemmeno minimamente, il problema di come certe situazioni si creino, di come si possa giungere a lasciare il proprio paese, i propri amici e i propri cari, la propria lingua, il proprio clima, i paesaggi che ci appartengono, la cultura e le abitudini, attraversare mare o montagne o deserti o chissà  cos’altro, pigliare -quando va bene- una carcassa, rischiare di crepare annegati, insieme a gente che non si conosce, che caca, muore, piscia, partorisce, ghiaccia, grida, annega, soffoca, vomita, arrivare in un paese -quando non ti lasciano in mezzo al mare- dove non sei benvenuto a “cercar fortuna”, come si diceva un tempo. Ormai stiamo bene, e non interessa più a nessuno il fatto che si possa star male, soffrire, fare una vita di merda o altro. Chissenefrega.

Non siamo più -o forse non lo siamo mai stati- in grado di immedesimarci. Che poi vuol dire poco: la capacità  perduta é quella di comprendere in senso più profondo. Che non vuol dire accettare (sostanzialmente rispondere sì ad una richiesta e poco più) passivamente, non vuol dire subire né lasciar fare. Significa che si permette ad una cosa di entrare dentro di noi. E quindi non é che se uno é clandestino allora é poverino e si lascia far tutto, figurarsi. Il problema vero é: cosa spinge la gente a far certe cose?
Saltando apparentemente ad altro argomento, ad un mio vecchissimo amico che cercava -con sempre meno speranza e crescente accanimento- é stato proposto un lavoro precarissimo, in cui praticamente figurava come libero professionista -mentre era in realtà  ben dipendente- pagato pochissimo, con orari decisamente pesanti, niente diritti o riconoscimenti. Ora, mi chiedo: ma se al figlio quasi trentenne di quella faccia di cazzo che ha avuto il coraggio di proporre una cosa del genere al mio amico fosse stata fatta la stessa proposta, come si sarebbe sentito il padre, cioé la merda? non gli si sarebbe stretto il cuore? non si sarebbe sentito umiliato? E allora con che faccia si fanno proposte del genere?
E così, perdendo la capacità  di estendere un attimino la propria mente, temporalmente e spazialmente, perdiamo anche l’apertura, la solidarietà , insomma, quelle due cosette che ci differenziano dalle bestie.

Bah

duce!duce!duce!

il nano strappa il programma del pd

il nano strappa il programma del pd

credo che la simpatica immagine si commenti da sola.

Silvione, il nano, delizia le folle strappando il programma del PD. Ora, non so se l’atto mi é del tutto estraneo. Che lo faccia, pubblicamente, il principale avversario mi pare un attimino fuori luogo.

Mi viene in mente la Russia post-sovetica. Eltsin che strappa il microfono di mano a Gorbaciov. Un qualche satrapo locale dell’America Latina. Cose così, ecco.

E non voglio pensare alle paghe folle sottostanti.

Siam messi bene. Benone.

convinzioni: cercasi

Che cosa vuol dire essere comunista oggi

Che cosa vuol dire essere comunista oggi

gentili politici di sinistra, vi chiedo gentilmente di darmi una buona ragione per votarvi, altrimenti annullo la scheda, con grande mio dolore.

La storia del “voto contro Berlusconi”, “che ancora 5 anni di Berlusconi mai più” etc, con me non attaccano più. L’ultima volta, semidisgustato, ho votato espressamente contro Berlusconi, e vi ricordo brevemente i brillanti risultati del mio voto.

Premetto che a mio parere Berlusconi non é un problema, ne é solo uno spiacevole sintomo. Il vero problema é che la democrazia italiana é acerba, tanto é vero che a) é possibile che una persona sola possa accentrare nelle sue mani gran parte dei media (editoria, televisioni, giornali) e, soprattutto, della gestione delle pubblicità . Un giornale in Italia campa del 40% proveniente dalle vendite, e del 60% vive delle pubblicità . Ora, se le pubblicità  sono tutte vendute e gestite da una sola compagnia, ne consegue che chi la possiede può, de facto, decidere se un giornale chiude o meno, potendo chiudere i ruibinetti pubblicitari. Guardate il Manifesto: pubblica solo le pubblicità  gestite dalla sua agenzia e infatti ogni due-tre anni esce a 50 euro per stare a galla; b) nessuno se ne fotte di tutto ciò; c) i nostri politici sono del tutto inabili a reagire a questo, sia dal punto di vista politico, che più semplicemente umano.

Mi sarei aspettato, dopo 5 anni governati da quella manica di furfanti, una sinistra scoppiettante, piena di idee, di voglia di fare, di cambiare, di proposte. Ma questa forse era davvero troppo ingenua.

Tuttavia mi sarei aspettato che affrontassero in maniera seria e concreta il problema del conflitto di interessi e, più in generale, della regolamentazione dei media, del mercato pubblicitario ecc… No, non hanno fatto nulla di tutto ciò, e pochissimo di tutto il resto. Dunque, perché dovrei, nuovamente, dar loro un’ennesima possibilità  contro Berlusconi, se poi tanto non fanno una minchia in tal senso?

Secondo aggregato di argomenti per votare é: annullare no, é: a) un voto qualunquista; b) un voto a Berlusconi; c) uno spregio alla democrazia ed alla gente che ha lottato per farti votare. Qualunquista é, effettivamente, ma quando l’essere qualunquista diventa un modo corretto di leggere la realtà , il problema non é più solo del soggetto che esprime qualunquismo, ma anche della realtà  stessa a lui circostante. Ad oggi, non riesco a convincermi che i nostri politici non siano per la maggior parte una manica di inetti, ragion per cui termino la corsa nel qualunquismo. Un voto a Berlusconi non é, perché é annullato e non bianco. Inoltre é una chiara risposta ad una domanda: “Mi interessa la politica del mio paese, ma alla domanda ‘chi vorresti a rappresentarti in parlamento -e non, si badi, a governare, che la nostra é ancora una democrazia parlamentare, fino a prova contraria-?’ io rispondo che non voglio nessuno dei candidati, in quanto non rispondenti alle caratteristiche che io vorrei avessero”. Sic et simpliciter.

Terzo argomento é: se voti a sinistra, almeno sposti il tiro, anche dall’opposizione, verso ciò che a te interessa. Questo potrebbe essere vero, ma in realtà  non riescono, i ‘nostri’, a risolversi dall’estremismo: o é tutto no, senza se e senza ma e senza cazzi, oppure e tutto sì, e allora si fanno le privatizzazioni, si fa tutto, e si ingoia anche Mastella e Di Pietro che affossano la commissione parlamentare sul G8.

Mettiamoci poi che Bertinotti doveva levarsi dai quattro passi, e l’ha fatto, però poi é tornato. Che come successore ha lasciato il nulla e questo per un leader serio é cosa che NON deve accadere, significa non esserlo, sostanzialmente. Che non mi convince più, mi sembra che prenda in giro.

Ragion per cui resto in attesa che qualcuno mi convinca del contrario, per ora annullo.

la parabola del partito comunista italiano

La palombella rossa

La palombella rossa

Ieri sera, a Ballarò (che ho guardato perché lavavo i piatti ed ero solo e non c’era proprio nient’altro), D’Alema ha (forse incoscientemente) chiuso la parabola del partito comunista italiano. O magari l’aveva già  fatto, anzi probabilmente di sicuro. Per essere più precisi, ha chiuso la parabola che si aperta dal pianto, a dirotto, di Achille Occhetto sul palco di Rimini nel 1991, quando il pci seguì, fino in fondo, il suo padre-padrone sovietico. E l’ha chiusa in bellezza. A me D’Alema, se fosse il personaggio cattivo di una commediola americana o di un fantasy o una minchiata tipo Stuart Little (il topo bianco si chiamava così, no?), mi starebbe simpaticissimo: odioso, antipatico, graffiante, intelligente, caustico, privo di idee ma con un gran senso della discussione. Divertente, non ci si annoia mai: se uno si dedica solo all’andamento della discussione in termini di chi bastona e chi viene bastonato, a parte un colpo poderoso di Gene Gnocchi (sempre a Ballarò, dopo la vittoria alle regionali del centro(sinistra) quando c’era il nano al governo e si precipitarono tutti in tv), vince sempre lui.

Le cose che mi hanno colpito dei suoi discorsi -parlando di contenuti, beninteso- sono due. La prima é stata la dichiarazione, per tutti gli italiani per bene credo, che devono star tranquilli che la sinistra massimalista non darà  più fastidio. La governabilità  non sarà  più messa in pericolo dai rossi, le decisioni non saranno più osteggiate dai vetero-marxisti, non ci saranno più ministri in piazza contro il loro stesso governo. Finalmente. (Dini? Dini chi? Mastella? eh?)

La seconda é che la sinistra (massimalista) non ha superato la prova del governo. Loro ci hanno provato a portarli al governo, ci hanno provato tanto e davvero. Ma se uno non lo sa fare, non ci si può far niente. E dunque, ognuno per la sua strada.

Per circa 10 lustri il partito comunista ha dato l’impressione di voler andare al posto della Democrazia Cristiana alla guida del paese. E invece non é che volevano andare al posto della DC, loro volevano ESSERE la DC. Bene, ora sto più tranquillo, mi sembra tutto più chiaro.

il tema della sicurezza

sicurezza

sicurezza

Dice che la sicurezza non é più (solo) un tema di destra.

Benissimo, mi piace quando a sinistra ci si riappropria delle cose importanti, di ciò che ci appartiene. Basta con la lotta alla mafia (?), i diritti dei lavoratori, lo stato sociale, il precariato, il pacifismo e altre amenità . Ora é tempo di problemi attuali: integrità  della famiglia, difesa della nostra identità  dalle aggressioni esterne, flessibilità . Per ora limitiamoci alla sicurezza.

Ci si sente insicuri: troppi crimini, troppe efferatezze.

Dice che l’80% dei delitti e dei crimi attualmente perpetrati in Italia avviene entro le mura domestiche, o comunque all’interno della famiglia.

Ergo, aboliamo la famiglia, no? E vallo a spiegare al papa, o come si fa ora?

Prospettive per la democrazia italiana

La terza Repubblica

La terza Repubblica

Vista la situazione attuale, il fatto che ci attendano le elezioni anticipate dopo la più breve legislatura della nostra repubblica, e che verosimilmente le vincera’ il nano malefico, non mi sento di poter fare buone previsioni per la nostra democrazia. Potrebbero anche vincerle quegli altri, quella immonda manica di disperati che e’ rimasta a galla per un paio d’anni, ma non so se la cosa mi terrorizza ancora di più. E dunque? Mi viene da pensare che un bel colpo di stato, chesso’, magari un bell’atto alla Segni, con guardie forestali e finanzieri assieme (che tanto non si distinguono), e una bella, salutare dittatura. I lacche’ di oggi non perderebbero il posto, e probabilmente nemmeno i politici di professione (quindi non dovremmo temere orde di disoccupati incapaci e inadatti a qualsiasi lavoro), e al contempo non ci sarebbero un sacco di seccature. Ad esempio, non dovremmo più seguire le accese e inutili polemiche fra Di Pietro e Mastella.

Oppure, come prospettava profeticamente un mio caro amico, ammettere che ci abbiamo provato, ma che abbiamo fallito, e dunque ognuno a casa sua: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli all’Austria. Trieste, se lo merita, da sola. Il Piemonte e la Liguria alla Sardegna, pure loro se lo meritano. E magari si piglino pure la famiglia reale, quella gloriosa stirpe di vigliacchi, ignavi, senza palle, puttanieri e sgrammaticati(*): scelgano i Sardi cosa farne, mi fiderei. La Toscana a se’. Domenici pure. Da sé. Lazio, Umbria e Romagna, finalmente tornano al legittimo proprietario, il Santo Padre. L’Emilia a Tanzi. Il Regno delle due Sicilie alla Spagna, mentre la Sicilia fara’ un bel referendum: o alle cosche, oppure torna agli Arabi, così, dopo la Turchia, anche Al Qaeda avra’ il suo posto in Europa e si risolve il problema terrorismo.

Io, comunque, annullo il voto, in coscienza.

Sentiro’ il mio amico Scalfaro se riesce a convincermi del contrario…

G

(*) il giovane rampollo ha chiesto non so quanti milioni di euri di risarcimento allo Stato Italiano perche’, per via dell’ingiusto esilio, ora sa parlare male l’italiano e si vergogna. Comunque, assicura, e’ una richiesta simbolica.

ma ci pensate!?

Il nano pelato

Il nano pelato

che il nano pelato forse torna al governo?

dico, ma ci pensate altri 5 anni con lui?

e magari, dopo, un’altra novella dello stento, com’é stato questo governo….

io proporrei, allora: annulliamo la scheda, in massa, e scriviamoci tutti la stessa cosa: così non ci sto.

chissà , fossimo numerosi, magari a sinistra ci pensano un attimino…

bah