..e la Costituzione é sempre più sola.
E’ morto Leopoldo Elia, vecchio e grande costituzionalista.
L’ho incontrato, una volta, a Roma, durante la campagna referendaria, quando ancora i partiti non si vedevano e c’eravamo noi dei comitati, e i grandi Vecchi, come Scalfaro ed Elia.
Noi andammo in quattro, e fu un pomeriggio pieno di sole, in una Roma calda ed accogliente.
La riunione si tenne in una stanzetta, piuttosto stipati. Scalfaro era di ottimo umore e tenne banco per un bel po’, scherzando, arringando, raccontando aneddotti.
Elia intervenne solo una volta, forse perché teneva il verbale -lui!-, forse perché era il suo carattere, e disse cose semplici, con toni pacati, a bassa voce. Tutti lo ascoltarono con attenzione e rispetto, e ben se lo meritò, per quel poco che posso aver capito io.
Ad un certo punto, preso dalla smania e inebriato da quell’ambiente, decisi di intervenire. Ancora ben non mi capacito come mi venne, con Scalfaro davanti che mi dava le spalle ed Elia dall’altro lato del tavolo. Senza contare i vari Bassanini, che per altro uno dei miei compari aveva provveduto a fare incazzare ben bene (dicendo che al governo forte che comunque Bassanini proponeva, lui preferiva un governo capace).
Insomma feci il mio intervento, vibrante di passione, e dissi cose piuttosto sensate.
Tant’é che Scalfaro si girò e mi fece i complimenti per l’intervento.
Ed Elia, che fino ad allora aveva scritto, posò un attimo la penna, levò quei suoi occhi storti e profondissimi, mi guardò e mi scoccò due brevissimi applausi, guardandomi con uno splendido sguardo divertito.
Senza voler nascondere la botta di autostima e il piacere totalizzante dell’attimo, mi colpì e mi colpisce come questi vecchi siano diversi dai nostri politici attuali.
I primi sono tranquilli, non hanno niente da dimostrare, al punto di potersi abbassare a fare i complimenti al primo stronzetto che si fa avanti, anche solo per caricarlo un po’.
E magari anche a fare qualche telefonata…
Ciao Elia, continuiamo ad aver bisogno di te.