Nato nel 1955 a Varese, “inizia la sua esperienza politica alla fine degli anni sessanta militando fino al 1979 nel movimento d’estrema sinistra Democrazia Proletaria” (da wikipedia), poi ha conosciuto Bossi ed è andata come sappiamo. Ora fa il ministro dell’interno, e, come ha giustamente notato il Manifesto, ha superato se stesso proponendo, sostanzialmente, di schedare i bambini Rom. La nobile e importante finalità é di evitare che i perfidi genitori, invece di mandarli a scuola, li sguinzaglino in centro a far l’elemosina.
Qualcuno, temo di qualche organizzazione internazionale, ha detto “beh, ganzo, mettiamoli anche ai piccoli italiani, allora, visto che capitano cose analoghe pure a loro”.
Purtroppo il triangolo bruno -squisitamente riservato dai nazisti agli zingari- non sarà più usato; al suo posto, un pratico registro elettronico delle impronte digitali, così da poter risalire velocemente all’identità dei piccoli sofferenti intercettati dalle forze dell’ordine.
Mi domando allora perché non una bella strisciata di codice a barre tatuata sul collo, oppure un bel chip nell’interno coscia, come i cani -magari gps così li rintracciano anche via satellite.
E mi viene da pensare che della gente sarà pure contenta della trovata.
tempi oscuri
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