è successo il patatrac. Il rettore della Sapienza, con indubbio senso del tempo, ha invitato il Sommo Pontefice perché parlasse all’inaugurazione dell’Anno Accademico. Alcuni della sinistra -o magari nemmeno troppo- hanno detto che non gli stava bene, e il Papa, cui scoccia provocare, ha deciso di soprassedere.
Enorme lo sdegno che si é levato, da Palermo ad Aosta, a sostegno del Santo Padre. Da destra e da “sinistra” cori di solidarietà , prese di posizione ferreee a favore della libertà di parola, ecc ecc…due palle, insomma, le solite due palle.
All’inizio ho pensato: va bene la libertà di pensiero e, soprattutto di parola, però non é che se io non invito a cena Marco Rizzo (che ho pure votato, hai visto a volte la gente…) mi si possa dire che sono illiberale: é che con certa gente io non ci voglio mangiare! Allo stesso modo, mi pare perfettamente normale che a della gente scocci che un Pontefice venga, appunto, a pontificare all’inaugurazione dell’anno accademico…a me scoccerebbe anche se venisse Blatter, per dire. Non é che non voglio che parli, figurarsi, per me può dire quel che gli pare, e può pure venire a dirlo in Università , magari non proprio all’inaugurazione, che mi sembra un marchio un po’ troppo pesante…Se poi insiste, che venga, si ordinerà un vassoio di salatini in più.
Alla fine, però, più che ci faccio attenzione, più che mi pare uno dei soliti teatrini ad uso e consumo di noi fave.
L’estrema sinistra é felice: finalmente, dopo mesi in cui l’uomo di cera, Dini, rubava loro le scene scassando la minchia che voleva più attenzioni, si sentiva trascurato ecc…, e via a battere i piedi per terra, “che fo, lo fo cadere? guarda che lo fo cadere!” . Insomma, più che un governo ostaggio della sinistra radicale, stalinista e senzadio, pareva più succube di un circolino di punto a croce per benestanti pensionate. Ora, una grande battaglia é stata vinta, addirittura contro un Papa!
La Destra gongola: é l’ennesima dimostrazione che il governo é in preda di folli comunisti, che é illiberale, incapace di garantire la sicurezza e, soprattutto, di senzadio.
Il Papa, che ha sempre attirato le simpatie del popolino come i Testimoni di Geova quando suonano all’otto di domenica mattina, é finalmente amato e compatito da tutti. Ho sentito levarsi in sua difesa anche un acerrimo laicista e anticlericale.
La “sinistra” é contenta che può rinnovare pubblicamente la sua stima per il S.P., che ancora non si era capito bene e poi bisogna affrancarsi da questo passato da comunisti.
Io dico, allora, indiciamo una campagna: chi aderisce invita il papa a cena. Certo, si sente se può, ricordatevi che mangia in bianco e non sopporta il piccante e attenti alla disporizione dei posti a tavola. Infine, se potete, usategli la cortesia di farlo affacciare alla finestra (oppure di aggrapparsi all’inferriata se state in un seminterrato) e fargli dire due cose, sia mai che non si senta frustrato nel suo bisogno d’esprimersi.
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