vorrei vedere tutti quegli attivisti pregni di sdegno e di passione, che sui gommoni assaltano le baleniere giapponesi incuranti degli idranti, che nudi al gelo si dipingono e si offrono alle folle, che si strappano i capelli e che si indignano e commuovono per la strage di cetacei che gli oceani quotidianamente ospitano, li vorrei vedere rinunciare ad un 10% dei loro consumi, a loro scelta, in nome dell’ambiente, della solidarietà e della giustizia. Un atto quotidiano di rinuncia perché la terra va a a rotoli, perché un 80% della popolazione sta sotto il tallone della fame così che noi si possa consumare in santa pace e farci venire qualche scrupolo a carico di terzi, e anche perché i mari stanno diventando delle pattumiere.
E invece temo che, finito di manifestare, torneranno alle loro tiepide case, paghi del loro impegno, sicuri di essere migliori dei giapponesi che, barbari, magnano la carne di balena e magari anche di delfino, pensate!
vado a comprare un po’ di pasta di balena, Triglia.